Il migliore dei mondi

25 Aprile 2011, lunedì, 40-simo giorno di viaggio.

Ellery Creek Big Hole, Serpentine gorge, Ormiston Gorge

Avrei dovuto immaginarlo che le crêpes cucinate da Pierre per colazione erano una trappola. Arrivati al lago, infatti, lui ed Egan decidono che, data siffatta colazione, abbiamo energie sufficienti per assiderare di nuovo nelle acque gelide. Il mio parere negativo non sembra contare molto, e viene sufficientemente ignorato (leggi: mi hanno preso di peso, svestito e gettato in acqua tra urla agghiaccianti).

***

Visto che non sono assiderato la mattina, decido di proseguire su questa strada anche il pomeriggio, e lascio ai due giovani del gruppo il compito di esplorare le acque delle Serpentine Gorge, di cui Cathy fa uno schizzo in perfetto stile Matisse (bimbo di dieci anni che prende per la prima volta in mano le matite colorate) (dai Cathy, il primo era buono!).

***

E figurati se non finivamo a parlare di massimi sistemi… Il peggio è che non siamo nemmeno ubriachi, non stiamo rifacendo il mondo davanti a nessuna bottiglia di vino né vedendo il fondo di nessun bicchiere. Stiamo invece scalando il sentiero ripido che porta in cima alla montagna dove c’è un magnifico lookout, sulle Ormiston Gorge, discutendo e compendiando le nostre teorie sul migliore dei mondi possibili o, in alternativa, uno su cui non faccia troppo schifo abitarci.

Si alternano visioni thoreauniane (esisterà questo vocabolo??), disobbedienti e nonviolente, che non ammettono nessuna costrizione da parte di nessuno Stato, a quelle disimpegnate, secondo cui ognuno ha la propria risposta agli squilibri del pianeta, e questo equivale a non averne globalmente nessuna, sino al consumo critico a tutto campo. Volano citazioni dal Candido o di Huxley, fanno capolino Thoreau e Gandhi, buttiamo lì No Logo o The Dispossessed. Arriviamo in cima che ancora contempliamo le alternative, le possibilità, i miraggi. Godersi la propria vita perché in fondo non puoi cambiare niente davvero. Imparare a fare il formaggio e il pane, piantare i propri ortaggi per non dipendere dal sistema. Tentare di cambiarlo dall’interno coi propri consumi, fregare i potenti e ridistribuire equamente le risorse, i diritti, le opportunità di una vita dignitosa e sì, diciamolo pure, felice.

Anche se, su cosa sia la felicità, ci impantaniamo un po’, e ci accontentiamo di restare speachless ad ammirare un tramonto rosato eccezionale, il migliore dei tramonti possibili 😀

***

Egan mi blocca con un braccio: “Stop! Stop!”. Io sono fermamente convinto che, nonostante il buio pesto, l’avrei visto in tempo e non l’avrei calpestato, sebbene Egan sostenga che gli devo la vita o, quanto meno, debba lavare i piatti per il resto del viaggio -trucco balordo che non funzionerà, statene pur certi!-. Il serpente in questione non si è molto scomposto ed ha continuato diritto e con portamento nobile la sua lenta ritirata nel bush.

Il resto della notte è scorsa tranquilla, a parte i continui spaventi ad ogni fruscio di cicala (e notiamo, en passant, che le cicale sono animali diurni). Ma, incuranti di serpenti e cicale, ci siamo ugualmente addormentati su di un tavolo di legno sotto una meravigliosa notte stellata…

This entry was posted in Uncategorized. Bookmark the permalink.

Leave a comment